Elenco dei giorni
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 Giorno 1
  Sticky notes

Nardò in 1 giorno!

Casina Raho
Bed and Breakfast in Nardò, Italy
L’antica Neretum ha radici antiche e vanta testimonianze di ogni epoca: 190 chilometri quadrati di estensione, 22 chilometri di coste, il Parco Naturale Regionale di Porto Selvaggio, numerose ville in stile moresco o liberty di località Cenate, il barocco del centro storico, il verde delle campagne che circondano il paese e le antiche masserie che regalano un’atmosfera senza tempo, il mare dall’acqua cristallina con le sue torri costiere, le piazze delle marine che sono autentiche terrazze sul mare dove godere di tramonti meravigliosi.

Nardò è un piccolo gioiello nel cuore del Salento.

Seguitemi per una full immersion in una giornata dove i sapori della tradizione si fondono con un’offerta turistica moderna, ideale per gli amanti dei viaggi slow, culturali, a tutto relax.

Itinerary

   
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Giorno 1
13 posti   
Il primo sito d’interesse è proprio il B&B stesso: “Casina Raho” sorge in un edificio risalente al XVI secolo finemente ristrutturato e il grande vantaggio è la sua posizione in quanto dista solo 700 mt dal Centro Storico di Nardò, raggiungibile in 15 min a piedi, e 10 min d’auto dalle più belle spiagge del Salento.

L’ immobile sembra identificarsi con la residenza estiva fatta costruire poco fuori la cinta urbana della città dal secondo duca di Nardò Giò Bernardino Acquaviva prima del 1541.

Questa elegante residenza è il risultato di vari interventi di epoche diverse con diversi elementi d’interesse architettonico e stilemi di fattura barocca.

Completano il complesso monumentale il pozzo, risalente al XVIII secolo, collocato nell’area antistante l’ingresso al fabbricato e con la sua eleganza testimonia la ricchezza dell’impianto originario del casino.

Architettonicamente si caratterizza per la pianta quadrangolare e le paraste laterali che sorreggono un arco mistilineo, con tratti a differente curvatura ed altri rettilinei. Ad esso nel XIX secolo è stata addossata su un lato la cappella.
  Via Raho, 41, 73048 Nardò LE, Italia
Ci immergiamo poi nel cuore del barocco neretino con una visita alla cattedrale dedicata alla Beata Vergine Santissima Assunta, monumento nazionale sin dal 1897 e Basilica Pontificia minore dal 1980. Fu fatta costruire dal conte normanno Goffredo nel 1080 probabilmente sul luogo dove, un tempo, c’era l’antica chiesa di Sancta Maria de Nerito, costruita da monaci orientali che nel VII secolo sfuggirono alle persecuzioni iconoclaste.

La chiesa ha tre navate, le colonne e le pareti sono affrescate con pregevoli opere pittoriche. In fondo alla navata centrale si trova l’altare maggiore con il coro con stalli in legno di noce. Impossibile non conoscere la storia del Crocifisso ligneo del XII secolo, detto il Cristo Nero per la particolare colorazione scura del legno di cedro. Si narra, senza supporti storici e documentali, ma certamente con spirito devozionale, che nel 1255 i saraceni giunsero a Nardò per espugnarla, scegliendo come atto simbolico di bruciare in piazza il crocifisso. Durante l’operazione di trasporto all’esterno della chiesa, il crocifisso urtò lo stipite della porta e un dito venne completamente reciso dall’impatto. Da qui fuoriuscì un fiotto di sangue, evento che atterrì i Saraceni, che rinunciarono al proposito.

Nel 2013 Poste Italiane hanno emesso un francobollo di 70 centesimi in occasione del sesto centenario della cattedrale.
  P. zza Pio XI, 73048 Nardò LE, Italia
4.6
Al centro vi è la guglia dell`Immacolata, monumento di riccioli di carparo e statue di santi che culmina con la Madonna in pietra leccese. Sulla piazza si affaccia l`antico Sedile con la statua di San Gregorio Armeno, protettore della città da quando leggenda narra fermò il terremoto del 1743.
  P.za Antonio Salandra, 73048 Nardò LE, Italia
Sempre in piazza Salandra sorge la fontana del Toro, simbolo di Nardò, con accanto la chiesa di San Domenico, magnifico esempio di barocco scolpito nel carparo.

La fontana venne realizzata nel 1930 e il toro è divenuto immagine dello stemma cittadino poiché la leggenda vuole che i primi insediamenti a Nardò avvennero nel luogo dove quest'ultimo aveva fatto scaturire acqua sorgiva scavando in terra con lo zoccolo e riporta il simbolo della città. Da una prospettiva storica, invece, il toro è un simbolo legato agli Aragonesi, dominatori spagnoli che giunsero a Nardò nel periodo rinascimentale.
  Via Rosario, 1, 73048 Nardò LE, Italia
4.7
La Chiesa di S.Domenico, Intitolata anticamente a S. Maria de Raccomandatis è antichissima, esisteva già nel sec. XIII e sembra si chiamasse così perchè presso tale chiesa, in origine fuori dall’abitato cittadino, era allestito il lazzaretto.

Quando venne affidata ai padri domenicani iniziò ad essere chiamata volgarmente “di S.Domenico” e questi vi costruirono accanto il loro convento agli inizi del XIV sec., oggi sede del Liceo Artistico. Vale senza dubbio approfondire la conoscenza della struttura all’interno. Bellissimo l’altare in marmo dedicato alla Madonna del Rosario, con un dipinto ad olio su tela, opera del pittore neritino Donato Antonio D’Orlando.
  P.za S. Domenico, 73048 Nardò LE, Italia
4.7
Nell’ex convento dei Francescani, un luogo carico di fascino adiacente alla chiesa di Sant’Antonio da Padova sono circa 300 i metri quadri di superficie messi a disposizione del museo dove sono conservate le più antiche testimonianze rinvenute sulla costa neretina; un’area che nel corso del tempo ha subìto numerosi cambiamenti sia climatici che ambientali. Il Museo propone un viaggio nel tempo che inizia intorno ai 75 milioni di anni e si divide in quattro sezioni.

La prima espone le specie faunistiche fossili di tartarughe e pesci vissuti nel corso del Cretaceo, ovvero nel Periodo finale dell’“Era dei Dinosauri”, conservati all’interno di sedimenti marini.

La seconda sezione è riservata al racconto dell’evoluzione umana, anche mediante l’esposizione di calchi di crani appartenenti a esemplari dell’ordine dei primati. La terza sezione, tramite l’esposizione di reperti riferibili all’uomo, descrive la storia del Paleolitico di Porto Selvaggio e la sua trasformazione nel corso del tempo. L’ultima sezione tratta della fase neolitica di quest’area, con la comparsa delle specie faunistiche e floristiche domestiche, della ceramica, di nuovi strumenti e complessi culturali che hanno contribuito a trasformare l’ambiente, rendendo l’uomo un soggetto di trasformazione ambientale di grande impatto.
  Vicolo Sant'Antonio, 73048 Nardò LE, Italia
4.6
La nostra piacevole mattinata nel Centro Storico non può non prevedere una visita al Teatro Comunale di Nardò, un piccolo gioiello culturale ottocentesco. Architettonicamente in stile neoclassico vi si accede da un’agile scalinata di cinque gradini. Sul piano inferiore si aprono tre agili portoni d’ingresso con archi a tutto sesto. Il piano superiore si affaccia alla strada con cinque grandi e luminose finestre intervallate, al centro, da semicolonne con capitelli corinzi che reggono un’alta trabeazione e un pronunciato cornicione sommitale.

L’interno, paragonato alla miniatura di un grande teatro all’italiana, presenta la tipica sala “a ferro di cavallo” e si articola in tre ordini di palchetti con loggione, per una capienza totale di 194 posti.
  Corso Vittorio Emanuele II, 73048 Nardò LE, Italia
4.5
Sono numerosi i luoghi d'interesse nei dintorni da poter ancora visitare ma, prima di immergerci nuovamente tra arte barocca, chiese e musei, una sosta corroborante al caffè Parisi per gustare il tipico caffè leccese (in ghiaccio con latte di mandorla) è d'obbligo.Il bar è proio al centro di piazza Salandra, di fronte al vecchio Palazzo di Città chiamato anche Palazzo dell'Università.

Il Palazzo è stato costruito intorno al XVI secolo e poi restaurato dopo il terremoto del 1743 rispettando i canoni stilistici del periodo tardo barocco in linea con quello dell'intera piazza. Si divide in due ordini: in quello superiore alcune mensole sorreggono motivi floreali, mentre in quello inferiore spicca il bellissimo portico.

Sul lato destro, si trova la Torre dell’Orologio, uno dei simboli di Nardò anch'esso realizzato nel 1598, e ricostruito a seguito del terremoto.

Il meccanismo è un raro prototipo, realizzato dalla Ditta Caccialupi di Napoli nel 1882: è posizionato alle spalle dell’orologio in una cabina, ed è formato da due meccanismi che suonano uno i quarti, e l’altro le ore. Il caricamento dell’orologio è fatto a manovella, questo fa risalire due pesi agganciati a due cavi d’acciaio. La carica effettuata quindi a mano ha la durata di 36 ore.

Questo vuol dire che ancora oggi vi è un addetto impegnato a caricare,verificare ed azionare questa costruzione storica che suona le ore ai neretini.

Per sessanta anni, tale compito è stato affidato al signor Aldo Spano che ogni giorno doveva salire 80 scalini per andare in cima alla torre e procedere a caricare a mano questo gioiello storico.
  P.za Antonio Salandra, 38, 73048 Nardò LE, Italia
4.4
A proposito di Palazzo di Città, vale la pena visitare l'attuale sede del Comune di Nardò il Castello dei duchi Acquaviva d`Aragona in piazza Cesare Battisti.
Tipica struttura militare di epoca aragonese, se ne attribuisce la progettazione, a metà ‘400, a Giulio Antonio Acquaviva Duca di Atri e Conte di Conversano, comandante in capo delle truppe aragonesi nel 1481 durante la liberazione di Otranto dai Turchi.
A Bellisario Acquaviva si deve la ricostruzione del castello nell’attuale versione ed il rifacimento della cinta muraria con le sue 18 torri. Con le leggi napoleoniche eversive della feudalità il castello venne sottratto alla casata degli Acquaviva e, dal 1806, divenne proprietà dei baroni Personè, il cui stemma è visibile al centro del balcone; a loro si deve l’attuale facciata in stile neoclassico-eclettico, sovrapposta all’inizio del ‘900, allorché decisero di trasformare il castello in residenza aristocratica.

All`interno vi si trovano, oltre a uffici e alla sala consiliare, anche esposizioni e musei.

Nella sala Consiliare sono custodite 3 importanti opere, una quarta si trova nel corridoio antistante la Sala Giunta. Si tratta di tele di indubbio valore artistico e storico: “Omaggio alla Vergine Incoronata”, di Anonimo, risalente alla fine del '600, periodo in cui fu eletta a protettrice di Nardò; “San Gregorio Armeno” e “Sant’Antonio da Padova”, entrambi di autore Anonimo e d’inizio ‘700. Oltre alla rilevanza artistica, le suddette tele hanno valore documentale della storia di Nardò per la presenza di vedute di scorci cittadini ed in particolare di un’interessante panoramica di Nardò medievale, circondata dalla cinta muraria, nell’ambito della quale si notano Porta San Paolo, i campanili della Cattedrale e delle chiese di San Domenico e dell’Immacolata e la Torre del vecchio Palazzo di Città, nonché un’originale stemma civico raffigurato attraverso l’allegoria di San Michele Arcangelo, primo protettore di Nardò, che incorona il Toro. Il quarto dipinto – settecentesca opera di scuola napoletana – è un “Ritratto del Vescovo Antonio Sanfelice”, figura fondamentale nelle vicende architettoniche della Nardò barocca.

Nel piano inferiore, dal lato di piazza Diaz, vi è il Museo della civiltà contadina in cui si possono ammirare attrezzi e strumenti della quotidianità salentina ormai desueti. Accanto al castello vi è il giardino botanico, una monumentale collezione di piante provenienti da ogni parte
del mondo.
  Piazza Cesare Battisti, 73048 Nardò LE, Italia
4
Ormai sulla via del ritorno, la nostra mattinata si conclude con una pausa pranzo gustosa ma leggera - indispensabile per ricaricare le energie e proseguire con il nostro pomeriggio in una delle spiagge più belle del Salento.

Rientrando al B&B Casina Raho, proprio al piano terra dello stesso complesso, caratterizzato dalle stesse volte a botte, il ristorante Hi-Sushi con posti anche all'aperto e che prevede una formula All You Can Eat.

Una volta rifocillati, un salto al B&B per indossare il costume: direzione Mare!
  Via Raho, 41, 73048 Nardò LE, Italia
4.2
Il tratto di strada che dal Centro di Nardò conduce alle sue splendide marine attraversa uno scenario incantevole caratterizzata da ville scenografiche dalle facciate fantasiose e originali, che incorniciano l’intero paesaggio.

Tra il Settecento e l’Ottocento le famiglie più facoltose del Salento invitavano i migliori architetti d’Italia a dar sfoggio della loro maestria. Unico obiettivo: mostrare e stupire, creando la facciata più fantasiosa tra tutte.

Passeggiando a piedi o in bicicletta per le strade di campagna che fiancheggiano queste dimore, d'improvviso, in mezzo agli olivi, o ai pini secolari ci si può imbattere in piccole, antiche e preziose ville barocche, in stile moresco, ricche di motivi orientali, o in stile liberty. Vi sono anche edifici imponenti con grandi scalinate e ricche di motivi neoclassici, o basse e quasi completamente immerse nel giardino, nascoste da monumentali alberi di pino.

Tra di esse ricordiamo la Villa del vescovo, dimora estiva del vescovo di Nardò, Villa Taverna, Villa Saetta, Villa Maria Cristina, Villa Personè, Villa Sangiovanni, Villa Del Prete, Villa Venturi e Villa casa D'Africa, quest'ultima trasformata in stile rustico.

Il fabbricato di villa Taverna, una delle più antiche, sembra risalire al XV secolo e l'ipotesi più probabile è che in origine fosse un posto di ristoro e di cambio dei cavalli. Era situata su una antichissima strada che da Gallipoli portava verso Avetrana e Taranto, forse tracciato romano, di cui restano ancor oggi evidenti tracce.
  73048 Cenate LE, Italia
Santa Caterina è situata tra il Parco Naturale di Porto Selvaggio e Santa Maria al Bagno, Si specchia sulla costa ionica, con uno splendido lungomare, ed è in parte abbracciata da un paesaggio collinare. Il litorale è costituto da tratti sabbiosi eda concrezioni rocciose che formano una sorta di scalinata che va ad immergersi in mare. Nata come avamposto difensivo contro gli attacchi dei Saraceni, conserva due torri d'avvistamento del XVI secolo a pianta quadrata (Torre Santa Caterina e Torre dell'Alto), fatte costruire dagli spagnoli per contrastare le incursioni ottomane. Sono posizionate in modo tale che fosse possibile comunicare tramite segnali con le altre torri.

Proprio ai piedi della Torre dell’Alto, c’è un punto preciso in cui tutto sembrerebbe essere rimasto fermo, un luogo in cui la natura ha deciso di raccontarci le vicissitudini degli uomini di un tempo ormai remoto, del Paleolitico per l’esattezza: è la Grotta di Capelvenere. E' così chiamata dall’omonima pianta di felce che cresce in abbondanza proprio davanti al suo ingresso, adornandolo con la sua curiosa conformazione che ricorda i fluenti capelli femminili. L’interno della grotta non ha una superficie molto grande, ma è abbastanza ampia da presentare, oltre al fiabesco ingresso, anche una spaziosa e unica camera in cui sono stati rinvenuti reperti archeologici di notevole importanza risalenti al Paleolitico.

Impossibile non visitare anche la suggestiva "Stanza dei bagni"
Era una usanza del 800 e dei primi del 900 che le dame di un certo rango potessero beneficiare dei bagni al mare, con tutta la discrezione e riservatezza che il caso richiedeva. Venivano perciò realizzate ad hoc delle stanze, a ridosso della scogliera, in cui entrava il mare formando delle piscine coperte naturali nelle quali, spesso, si accumulavano delle piccole spiagge, come in questo caso. Le dame vi accedevano da terra e prendevano il bagno indisturbate, al riparo da occhi curiosi e dal sole d'estate che avrebbe brunito la loro pelle bianca, rendendola simile a quella delle contadine che lavoravano la terra.

La stanza è accessibile da due aperture laterali alla camera, una della qualità doveva essere l'ingresso principale perché si vedono ancora i battenti della porta che chiudeva l'entrata; l'altra è invece molto dissestata e difficoltosa da raggiungere. Ma l'entrata più suggestiva è un foro semi sommerso che permette l'accesso dal mare: entrare da lì è un sogno! Si trattiene il respiro, si fanno due bracciate e si viene trasportati da una spiaggetta affollata in un luogo sospeso fuori dal tempo.
  Santa Caterina, Nardò LE, Italia
video
Adiacente al B&B Casina Raho, il Parco Raho - il cuore verde del quartiere - che ospita al suo interno un locale informale, fuori dagli schemi. Di giorno caffetteria, di sera live bar e ristorante. Perfetto per per un ricco aperitivo condito da splendida musica dal vivo.
  Via Raho, 15, 73048 Nardò LE, Italia
4.3

Sticky Notes